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In 60mila domani per Springsteen al Circo Massimo

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AGI –  Le polemiche sui social sull’opportunità di tenere ugualmente il concerto a Ferrara non hanno fermato la macchina organizzativa che ora, dopo la tappa nella città estense, porta Bruce Springsteen domani sera al Circo Massimo, nel cuore di Roma.

È tutto pronto: artisti, tecnici e staff. Il grande palco è montato, i 200 addetti specializzati arrivati dagli Usa e già all’opera a Ferrara hanno completato l’opera anche nella capitale.

A Roma si completano gli ultimi lavori 

Adesso si lavora solo alla parte sonora, a ultimare i collegamenti con la sala regia che, al centro del Circo Massimo, domani comanderà le luci e metterà a punto il sound-check finale, fase non meno delicata – anzi forse la più delicata a montaggio palco finito – perchè determina il controllo delle impostazioni audio e quindi equilibra i volumi e le frequenze che accompagneranno l’evento.

Si aspetta quindi l’“assalto” dei 60mila che sono riusciti a mettere le mani sul prezioso biglietto d’ingresso che consentirà di assistere al concerto, seconda tappa – dopo quella che appunto c’è stata giovedì sera al Parco Urbano ‘Bassanì di Ferrara, delle tre tappe italiane inserite nel tour mondiale di The Boss.

Dopo Roma Springsteen canterà a Monza 

Dopo Roma toccherà all’autodromo di Monza – Parco della Gerascia, martedì 25 luglio, e quella sarà l’ultima tappa europea del tour, quando The Boss poi sorvolerà nuovamente l’Atlantico per proseguire in America l’ennesima cavalcata trionfale in carriera.

Sono 7 anni che Springsteen non si esibisce a Roma, l’ultima volta fu sempre al Circo Massimo, luogo ormai eletto a location di pregio storico anche per gli artisti dei giorni nostri.

E lo sarà sicuramente anche domani, quando alle 14 ci saranno le aperture del pubblico all’area concerto, divisa in due settori (Pit e Posto Unico), ognuna con i propri servizi, sia punti ristoro con cibo e bevande, che toilette.

 Alle 16,30 sul palco gli artisti supporter: dapprima The White Buffalo, che costituisce il progetto musicale del cantautore statunitense Jake Smith e band molto amata nella scena musicale internazionale, seguito alle ore 17.45 da Sam Fender, giovane cantautore inglese tra i più promettenti e di successo degli ultimi anni nonchè vincitore di un Brit Award nel 2022 nella categoria Best British Alternative/Rock Act.

Alle 19.30 in scena al Circo Massimo 

E alle 19,30 in scena The Boss e la E Street Band. Un appuntamento a cui Springsteen arriva accompagnato da non poche polemiche per il fatto che giovedì sera a Ferrara non abbia fatto cenno all’emergenza alluvione in Emilia Romagna, e anche Marche, che ha devastato intere comunità, provocando anche lutti oltre che ingentissimi danni al tessuto economico-imprenditoriale.

La vicenda è finita anche sulla stampa internazionale, ma sono stati in particolare i social a fare da megafono dapprima alle richieste perchè qualcuno a livello istituzionale fermasse il concerto, considerando peraltro che era stato già annunciato l’annullamento del Gran premio di Formula Uno di domani a Imola, e poi alle condanne perchè nulla era stato invece fatto.

Ma anche megafono di chi ritiene che non spetti all’artista la decisione finale. E c’è da dire che il concerto si è tenuto non perchè The Boss l’abbia preteso ugualmente, ma perchè c’è stato appunto un via libera da parte appunto istituzionale, una commissione ha valutato che ci fossero le condizioni per dare il via libera, che il sistema messo in piedi non togliesse risorse, anche umane, alle operazioni di soccorso in altre province emiliano-romagnole.

Via libera a The Boss dal ministro Piantedosi 

Assicurazioni in tal senso sono poi venute dallo stesso ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il quale ha precisato che le autorità locali hanno ritenuto sostenibile il concerto dal punto di vista logistico e che il Ferrarese era comunque fuori dal grave evento meteorologico.

Mentre a sua volta il sindaco del capoluogo estense, Alan Fabbri, ha sottolineato in una dichiarazione diffusa alla stampa che “nessuno avrebbe mai potuto immaginare un momento del genere quando, due anni fa, si iniziavano a gettare le basi per questo concerto”, un evento così complesso che “non può prevedere rinvii o annullamenti dopo aver coinvolto migliaia di lavoratori, e che vede confluire in città migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo, che hanno comprato un biglietto aereo, una stanza d’albergo per diversi giorni e si organizzano da tempo per raggiungerci”.

Il sindaco di Ferrara: fermare un concerto non risolve nulla 

Fabbri si è anche detto dispiaciuto per il fatto che qualcuno possa aver pensato che non aver annullato il concerto significhi che Ferrara sia rimasta insensibile alla tragedia di quelle ore in Romagna, rilevando che fermarenon risolve nulla, se non creare altri danni economici a territori, lavoratori e imprese che hanno investito ingenti somme per la realizzazione dell’evento, e perchè è un livello di demagogia che non mi appartiene”.

Una evidenziatura necessaria, a parere del sindaco ferrarese, perchè “in Italia c’è ancora – ha aggiunto nella sua dichiarazione – una parte dell’opinione pubblica che pensa che il mondo degli eventi non sia un settore uguale agli altri, che se ne può fare tranquillamente a meno, e in virtù di questo può essere sacrificato in qualsiasi occasione”. Nella realtà dei fatti, quelle del mondo dello spettacolo, e in particolare del live, “sono aziende e persone che hanno subito più di tutte le altre categorie il peso di due anni di restrizioni Covid, ed è un peccato che qualcuno oggi lo abbia già dimenticato”.

Quindi ha respinto al mittente le posizioni meramente ideologiche, e gli attacchi degli oppositori che “sono costretti a sfruttare ancora una volta tragedie come queste, che non mi vedono in alcun modo responsabile, per infangare il buon nome del mio operato e della città”, quando invece “la musica tutta, e a maggior ragione a questi livelli, abbia il grande potere di unire popoli e sensibilità di ogni parte del mondo”.

E un gesto importante la città di Ferrara l’ha comunque subito fatto ‘adottando, facendo anche una prima donazione in denaro, il Comune di Faenza, uno dei più colpiti dall’alluvione, “per dimostrare fattivamente tutta la nostra solidarietà”.

È stato anche lamentato sui social che forse The Boss dal palco avrebbe potuto dire qualcosa a sostegno delle popolazioni alluvionate, ma anche qui la replica – sempre via social – di chi la pensa diversamente è stata netta: tenere distinti i campi, il che non equivale a dire disinteresse o cinismo verso chi sta soffrendo. Chi abbia ragione è quindi complicato davvero dirlo. E ora, voltata pagina, arriva l’appuntamento di Roma, per tre ore di show. 

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