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Dai treni agli ospedali, scioperi in tutta Italia

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AGI – Disagi in vista per la giornata di oggi. Il sindacato Usb ha proclamato uno sciopero generale di 24 ore in tutti i settori, pubblici e privati. A Firenze è previsto anche un presidio, a partire dalle 10, davanti alla Ragioneria territoriale dello Stato in via Verdi. La protesta è stata proclamata per chiedere la stabilizzazione dei precari, un aumento di 300 euro in busta paga a tutti i lavoratori, 32 ore di lavoro a parità di salario, l’età pensionabile a 62 anni e 1.000 euro al mese per le pensioni minime. Lo sciopero interesserà scuola, ospedali, trasporti, uffici pubblici.

Regolari Frecce e Intercity

L’astensione dal lavoro non riguarderà l’Emilia Romagna, colpita dalla drammatica alluvione dei giorni scorsi, nonché il corpo nazionale dei vigili del fuoco, impegnato proprio nei soccorsi.

Circoleranno regolarmente le Frecce e gli Intercity, fa sapere Trenitalia, che “si impegna ad assicurare la quasi totalità dei collegamenti, con possibili leggere modifiche al programma dei treni regionali”.

I settori coinvolti

Come riporta il portale dedicati agli scioperi del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, lo sciopero interesserà

  • il settore ferroviario
  • il settore del trasporto pubblico locale
  • il settore marittimo
  • i taxi
  • il personale scolastico
  • il personale di ospedali e servizi sanitari.

Per quanto riguarda asili e scuole della capitale, il sito del comune di Roma specifica per esempio che nella giornata del 26 maggio “si potrebbero verificare condizioni per le quali non può essere garantita la regolarità ordinaria del funzionamento dei servizi e dell’erogazione delle prestazioni”.

L’Usb: “Italia dentro un’economia di guerra”

“Lo sciopero generale indetto dall’Unione Sindacale per l’intera giornata del 26 maggio rappresenta un passaggio importante per la ripresa delle rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici in Italia dentro un’economia di guerra, sia quella in Ucraina sia quella scatenata dal governo Meloni contro le fasce più povere e deboli”, si legge nella nota dell’Unione Sindacale di Base, “come Usb, invece di parlare di potere e di posti da spartire, vogliamo rimettere al centro della discussione il salario rubato da 30 anni, l’orario di lavoro estenuante, le pensioni misere e i servizi pubblici allo sfacelo.

“Per questo motivo e con queste motivazioni, Usb ha scelto di praticare questo sciopero generale sui territori, dentro le piazze e nei posti di lavoro; una scelta che punta a rilanciare il conflitto sociale dal basso e in mezzo alle categorie che vivono sulla loro pelle la rabbia di avere difficoltà persino a fare la spesa”, aggiunge la nota, “uno sciopero in cui torna protagonista quella classe lavoratrice che porta avanti questo Paese: dai porti ai braccianti, passando per le varie anime del pubblico impiego, della categoria operaia, dei trasporti, di quei settori che forniscono sostegno e servizi ai cittadini più fragili”.

Le revoche in Emilia Romagna

A seguito della drammatica alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, la Usb ha revocato parzialmente lo sciopero generale dell’intera giornata del 26 maggio con le seguenti modalità:

  • su tutto il territorio nazionale: esonero e revoca dello sciopero per il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco
  • su tutto il territorio regionale: esonero e revoca dello sciopero per le aziende ed enti pubblici e privati che garantiscono servizi pubblici essenziali: tra questi il pubblico impiego, servizi sanitari e socio assistenziali, scuola, trasporti pubblici, vigili del fuoco, energia gas acqua, telecomunicazioni;
  • per i territori delle provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, e del circondario imolese (Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Fontanelice, Castel Guelfo, Castel San Pietro Terme, Dozza, Imola, Medicina, Mordano): esonero e revoca dello sciopero per tutte le aziende ed enti pubblici e privati
  • per le restanti provincie di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna: lo sciopero generale è confermato solamente per le aziende del settore privato (industria, terziario, commercio, logistica…) che non devono garantire servizi essenziali alla popolazione.

“Lo sciopero generale rimane confermato per tutte le altre regioni italiane: le motivazioni che ci hanno portato alla proclamazione dello sciopero generale nazionale non vengono meno e si aggiungono all’urgenza di garantire tutela di salario e reddito alle popolazioni colpite e un radicale cambiamenti di rotta nella gestione del territorio e dell’ambiente”, chiarisce l’Usb.

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