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Shane MacGowan, frontman dei Pogues, è morto a 65 anni

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AGI – Shane MacGowan, frontman della band folk-punk ‘Pogues’, è morto all’eta’ di 65 anni. MacGowan, costretto su una sedie a rotelle da una caduta del 2015 da cui non si era ripreso, aveva lasciato definitivamente la band nel novembre del 1991, a causa dei problemi di alcol e dei continui ritardi alle prove e ai concerti.

Ha scritto brani memorabili tra cui Fairytale of New York definita una delle più belle canzoni di Natale di sempre. La sua collega e amica Sinead O’Connor lo fece arrestare per cercare di tenerlo lontano dall’eroina. “È un angelo vicino alla fine che ha bisogno di aiuto. È andato troppo lontano, ha raggiunto lo stadio in cui fisicamente non riesce a fermarsi per smettere di bere, si è provocato troppi danni” disse di lui. 

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‘Parole passeggere. La pratica artistica come semantica dell’esistenza’ il libro di Elena Bellantoni

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AGI – Una lunga carriera artistica che è arrivata fino alle passerelle di Dior. La creazione artistica scaturisce dall’esigenza ineluttabile di affrontare le proprie urgenze politiche, intellettuali, estetiche, narrative e identitarie, di indagare il mondo con uno sguardo autentico, sperimentando ogni relazione in maniera partecipata e personale. I video, la fotografia, il disegno, la scultura, le installazioni sono tecniche “linguistiche” che l’artista romana, Elena Bellantoni ha utilizzato per rappresentare la visione di sé e del reale, concentrandosi sul corpo come mezzo di interazione. La scrittura, poi, è servita a fare ordine, a dare voce al rapporto tra vita e arte, che dialogano e si riconoscono, nel flusso continuo della poetica del vagabondare, del perdersi e ritrovarsi, in una dimensione che del tempo cerca la sua diacronia.

“Non è un catalogo, ma un’auto-etnografia attraverso la quale cerco di fare il punto sugli incroci e le interferenze tra la mia vita personale e lo sviluppo del mio lavoro. L’arte è totalizzante, io mi sento sempre artista” spiega all’AGI, l’artista che il prossimo 30 novembre presenterà al Maxxi il volume edito da Castelvecchi.

Bellantoni oggi si divide tra il suo studio d’arte e la docenza all’Accademia di Belle Arti L’Aquila e alla NABA di Roma. Dopo la laurea in Storia dell’arte contemporanea, studia a Parigi e Londra, dove nel 2007 ottiene un Master of Arts in Visual Art al WCA – University of Arts London. Nel 2018 è tra gli artisti vincitori della IV edizione dell’Italian Council del MiC (Ministero della Cultura) e nel 2019 presenta il libro dell’intero progetto On the Bredline al MAXXI di Roma con un focus su tutta la sua produzione video. Questo libro è l’occasione per raccontarsi, partendo dalla propria infanzia fino ad arrivare alla fuga berlinese, che ha portato Bellantoni a confrontarsi con un nuovo contesto artistico, culturale e personale, finalmente lontana dalla periferia romana dove è cresciuta e dalla quale è in qualche modo scappata.

Scrive Bellantoni “Ho deciso di dividere il libro in sei capitoli che quasi in ordine cronologico – ci sono degli sbalzi spazio-temporali – seguono l’evolversi della mia ricerca. Tra un capitolo e l’altro ho inserito degli “intermezzi poetici”, dei testi che negli anni ho scritto e che sono strettamente legati alla mia produzione più performativa. La loro ragione d’essere è quella di parole in libertà, costituiscono l’ossatura dei mei pensieri che diventano, poi, agiti. Inoltre, quest’elenco di parole è stato per diverso tempo – all’interno della mia pratica relazionale – il canale di comunicazione con l’altro. Ovvero le regole fisse su cui ho impostato lo spazio del dialogo: prima di chiedere le parole ero io che consegnavo le mie.

Nel 2018 il lavoro “Ho annegato il mare” è selezionato nei Collateral di Manifesta 12 a Palermo. Lo stesso anno viene selezionata per il Gran Tour d’Italie del MiC. Nel 2014 vince il premio speciale Repubblica.it per il Talent Prize; con il progetto In Other Words. The Black Market of Translation – Negotiating Contemporary Cultures nel 2011 vince il bando della NGBK a Berlino. Il suo lavoro è presente in importanti collezioni pubbliche e private.

“Il mio processo artistico si nutre inoltre del dialogo tra discipline umanistiche: la storia come dispositivo di memorie e narrazioni, l’antropologia come luogo dell’incontro, la psicoanalisi come giardino in cui germoglia la parola. L’elemento sociale e politico è il collante che contraddistingue la mia ricerca, la quale, tuttavia, conserva sempre uno sguardo poetico”.

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In arrivo su Netflix le puntate finali di “The Crown”

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AGI – Netflix svela le prime foto della seconda parte della sesta e ultima stagione di ‘The Crown‘, che sarà disponibile su Netflix il 14 dicembre 2023. Nella seconda parte, composta da sei episodi, ad assumere i ruoli del principe William e del principe Harry saranno Ed McVey e Luther Ford. Insieme a loro ci sarà Meg Bellamy nei panni di Kate Middleton. Si tratta dei ruoli di debutto per i tre attori.

Il principe William cerca di reintegrarsi nella vita all’Eton College dopo la morte di sua madre mentre la monarchia deve cavalcare l’onda dell’opinione pubblica. Con l’avvicinarsi del suo giubileo d’oro, la regina riflette sul futuro della monarchia, che vedrà il matrimonio di Carlo e Camilla e l’inizio di una nuova favola reale tra William e Kate.

Da quando è arrivata su Netflix nel 2016, la serie ‘The Crown’ ha vinto e ha ricevuto nomination per numerosi premi, tra cui 15 nomination ai Bafta, 10 nomination ai Golden Globe (di cui 4 vittorie), 69 nomination agli Emmy in 5 stagioni (con 21 vittorie in 4 stagioni) e altri ancora. 

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Libri: esce ‘Altrove’ di Nicolò Govoni, è ‘giallo’ a Cremona 

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AGI –  “Altrove” è l’ultimo romanzo di Nicolò Govoni, attivista e presidente di Still I Rise, organizzazione che si occupa di minori e vulnerabili nel mondo attraverso due approcci educativi volti a fornire istruzione di alta qualità e garantire la protezione degli studenti. Un progetto educativo e scolastico per il loro inserimento in società togliendoli da situazioni di povertà e disagio.

“Altrove”, edito da Still I Rise – Edizioni, è un romanzo ambientato a Cremona, una tranquilla cittadina dove non accade mai niente di particolarmente esaltante, dove tutto scorre secondo ritmi cadenzati e consuetudinari. Finchè non accade qualcosa: i corpi di tre bambine vengono ritrovati in un fiume. Il romanzo si tinge di giallo, perchè scatta subito la ricerca del colpevole.

E si punta dritto sugli immigrati che sono in città e hanno invaso le piazze, la stazione dei treni, sono in citta’. Ma una delle bimbe uccise, o meglio qualcuna che le somiglia, bussa alla porta di casa. La verità è un’altra. Ed ecco riaffiorare il tema dell'”altro” e dell’ “Altrove”, quello del posto giusto dove nascere, vivere, morire, della differenza fra “noi” e gli “altri”. Noi e loro. Un motivo valido per chiederci se non sia il caso riflettere un secondo di più prima di saltare alle conclusioni che poi possono davvero fare del male. 

“La città è scossa per queste morti – racconta lo scrittore all’Agi – i suoi abitanti sono chiamati a guardarsi in faccia. Si salta a conclusioni affrettate, la colpa è subito dei migranti che hanno invaso la città, parte la caccia alle streghe. Il giallo in realtà è l’espediente per costringerci a entrare nella psiche dei personaggi, nella scoperta di una realtà ben diversa e frammentata. E’ una storia di persone che devono guardarsi dentro e ritrovarsi”.

Nicolò Govoni, scrittore, è un cooperante e presidente dell’associazione Still I Rise attraverso cui sono state aperte scuole di emergenza e scuole internazionali. Le prime si trovano in Repubblica Democratica del Congo, Yemen, Nord Ovest della Siria. Le seconde sono in Kenya e presto in Colombia, dove sono iniziati i lavori in una struttura specifica.

L’approccio delle scuole internazionali prevede il prestigioso percorso educativo del Baccalaureato Internazionale, normalmente riservato solo alle èlite e proposto in questo caso anche ai bambini vulnerabili e profughi, in modo totalmente gratuito. E lo scopo è quello di permettere loro un tipo di istruzione che consenta di potersi integrare nel tessuto sociale e diventare la classe dirigente di domani, anche nello stesso Paese di origine.

Perchè Still I Rise educa in emergenza ed educa anche per ricostruire. “Apriamo scuole di emergenza e riabilitazione, ma anche in scuole internazionali. E siamo certificati e premiati per questo. Diamo l’occasione ai bambini vulnerabili di diventare i prossimi politici, i nuovi leader”.

La prima scuola in emergenza e riabilitazione, da cui poi è partita Still I Rise, è stata “Mazi”, sull’isola di Samos che ora è chiusa: “E’ un progetto concluso – ha spiegato – perchè siamo riusciti a far iscrivere gli studenti rimasti alla scuola pubblica greca i profughi sono scolarizzati, alcuni sono andati in altri Paesi e l’hotspot disumano in cui si trovavano è stato chiuso. Non c’era motivo di restare. Il nostro sarebbe stato un servizio obsoleto”.

“Il campo profughi a Samos non c’era più. Missione compiuta: un progetto non può rimanere aperto in eterno. Al contrario chiuderlo, vuol dire che la crisi è risolta. L’obiettivo della cooperazione internazionale deve esser quello di rendere sè stessa obsoleta. E risolvere è motivo di festeggiamento. Da Mazi è nata Still I Rise, non dimentichiamolo”. 

A cosa serve il marchio editoriale Still I Rise – Edizioni? “E’ una vera e propria scommessa, in tanti mi hanno sconsigliato di farlo. Io invece ci credo e con me tutta Still I Rise. Non solo i miei romanzi o libri, ma anche quelli di altri possono andare sotto questo marchio. Lo scopo, tolti i costi, è sempre lo stesso: raccogliere fondi per la nostra associazione. Noi rifiutiamo i fondi governativi, istituzionali e quelli di multinazionali che non rispettano principi etici in cui crediamo”.

Nella cooperazione, infatti, può capitare che sia il denaro a dettare la direzione. “Noi – aggiunge – siamo indipendenti, abbiamo donatori privati, persone normali o aziende che riscontrano aderenza fra il nostro lavoro e quello in cui credono. E ora ci sono anche le nostre edizioni. Il ricavato di questo libro va a Still I Rise”

Perchè non siete andati in Ucraina o non siete ora a Gaza? “Semplicemente – spiega – non ci sono le condizioni attinenti ai nostri principi. E nel caso di Gaza in particolare, che per ora non rientra nella nostra pianificazione, non vorremmo si ripetesse la stessa esperienza della Turchia da cui siamo andati via a causa della corruzione dilagante. Il livello di corruzione, a certi livelli di partito, è molto alto. Lo diceva anche Gino Strada che ci sono dei territori dove era impossibile lavorare. E per esempio questi sono Somalia e Palestina”.

L’insegnante “tipo” delle scuole di Still I Rise: “E’ una persona appassionata, flessibile, tenera”, risponde Govoni che sottolinea come in questi anni abbia assistito “a grandi cambiamenti nei suoi studenti. Arrivano vulnerabili, spaventati, poi prendono fiducia e possono essere strabilianti. Su tutti sicuramente sono letteralmente esplosi Doris e Mohamed che hanno vinto un concorso, hanno fatto una performance davanti a 5000 persone, hanno scritto una poesia recitata da loro, danzato: sono diventati piccole star venute con noi anche in Italia. Arrivano dal Kenya e sono il risultato di un lungo lavoro di autostima”.

E’ stata aperta di recente una scuola in Yemen: “Ci lavoravamo da un anno – aggiunge Govoni – ci abbiamo tenuto molto. E’ un Paese complesso lo Yemen, dove c’è una guerra dimenticata e una crisi umanitaria gravissima. Addirittura, tante persone non sanno nemmeno dove sia lo Yemen. Aver aperto una scuola in un contesto così difficile è un sogno. E’ scuola di emergenza, ma sempre scuola, sempre progetto educativo di reinserimento come quelle del R.D. Congo e del Nord Ovest della Siria. Forse, un giorno, quella Congo potrebbe anche diventare una scuola internazionale. Per ora è importante riscattare i minori dalle condizioni difficili e reinserirli in un progetto scolastico”.

“Altrove” è uscito sotto il marchio di Still I Rise: “ma la promozione del libro – spiega ancora l’autore – serve a condividere il nostro progetto educativo. Serve al suo sostegno. Abbiamo un progetto ambizioso per il futuro: l’apertura della scuola in Colombia, vorremmo aprirne una in India e alla fine del 2025 aprire in Italia i battenti di una scuola per migranti e italiani vulnerabili. Ma per fare questo dobbiamo ampliare la base dei nostri donatori. E’ un bisogno reale. Dico sempre: meglio una donazione mensile che permette di pianificare, che una donazione una tantum”. Meglio sostenere quindi e comprendere l’Altrove.

 

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Al Teatro Massimo l’omaggio a Maria Callas

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AGI  – Un mito che ancora emoziona sia per le doti vocali strabilianti sia per le vicende di una vita intensa e travagliata conclusa ad appena 54 anni. “Un fenomeno teatrale completo: musicale e drammatico”, come disse di lei Luchino Visconti, che la diresse in tanti grandi titoli: “La sonnambula”, “La traviata”, “Anna Bolena”.

Nel centenario della nascita, Maria Callas, nome d’arte dell’artista greca Maria Anna Kalogheropoùlou, sarà celebrata giovedì 30 novembre alle 20.30 al Teatro Massimo con un concerto realizzato in collaborazione con la Comunità ellenica siciliana Trinacria e sotto l’egida del presidente della Repubblica Ellenica Katerina Sakellaropoulou.

“Una donna e una cantante rivoluzionaria – ha detto il sovrintendente Marco Betta – straordinariamente contemporanea e sempre avanti rispetto al suo tempo”.

Sul podio dell’Orchestra dirige Alessandro Cadario, direttore eclettico, ospite principale dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano dal 2016 e delle stagioni dei principali enti lirici e festival italiani ed internazionali. Canta il soprano Myrtò Papatanasiu, tra le voci più richieste del panorama internazionale, insignita nel 2012 del prestigioso premio “Maria Callas Debut Artist of the Year” per il suo debutto come Violetta (La traviata).

Il programma del concerto rende omaggio ai ruoli più noti interpretati dalla Callas, partendo dal repertorio francese, con l’aria dei gioielli di Faust, per passare poi a Verdi, con arie dal Trovatore e dalla Traviata, e a Puccini, con Bohème e Tosca, fino a concludere con un toccante omaggio al mondo greco, con le Cinque canzoni popolari greche di Ravel, presentate non in francese ma nel testo originale, e Marina di Theodorakis. Maria Callas infatti fu sempre orgogliosa della propria identità greca, che le fece amare ruoli come Ifigenia di Gluck e Medea (nell’opera di Cherubini, ma anche nel film con la regia di Pasolini).

Al Teatro Massimo di Palermo Maria Callas fu presente due volte: nel 1949 interpretò Brunilde ne La Valchiria di Richard Wagner con la regia di Enrico Frigerio e nel 1951 fu Norma. Tra le tante recensioni pubblicate dai quotidiani, spiccava quella del compositore Pietro Ferro su “L’Ora del Popolo” che scrisse: “Nei recitativi e nei momenti drammatici, Maria Callas è stata perfetta: ogni accento ha avuto la sua giusta misura. La difficilissima vocalità di Norma, che ha il duplice volto di “soprano drammatico, e di quello leggero”, è stata realizzata da Maria Callas con sorprendente abilità tecnica. Essa non ha soltanto eseguito in modo mirabile i pezzi di agilità; ma ha saputo trovare il colore giusto nel giuoco dei due aspetti timbrici del chiaro e scuro”.

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A Brooklyn lo spettacolo di luci più abbagliante d’America

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AGI – In poco più di due anni è già considerato un’esperienza natalizia “irrinunciabile”. Si tratta di Landscape, il fantasmagorico spettacolo di luci, musiche e arte contemporanea lanciato anche quest’anno, in concomitanza con Thanksgiving, al Botanic Garden di Brooklyn (New York).

Fino al primo gennaio 2024, per tutto il periodo natalizio, residenti e turisti potranno immergersi in un magico paesaggio naturale che, come per incanto, prende vita ogni sera al crepuscolo. Nel famoso giardino botanico di Brooklyn la terza edizione di Landscape condurrà i visitatori, per circa un chilometro e mezzo, su un sentiero illuminato a giorno da oltre un milione di luci. Un percorso reso ancor più coinvolgente da una serie di avveniristiche installazioni d’arte contemporanea inserite nel paesaggio naturale mentre riecheggiano le note dei ritmi hip hop di artisti come Mos Def, MC Lyte e Digable.

Here’s your SNEAK PEEK of Lightscape 2023!

We’re so excited for you to experience this year’s reimagined winter trail. This is just a sample of the amazing works of light art you’ll see at the Garden!

Tickets available right here: https://t.co/tew4JcZGSw pic.twitter.com/dMtZFbkD8W

— Brooklyn Botanic Garden (@BrooklynBotanic)
November 15, 2023

Il percorso luminoso è stato reinventato – sottolinea il Botanic Garden di Brooklyn sul suo sito – esaltando i paesaggi forniti dalla natura, come alberi e giochi d’acqua, ma anche attraverso 18 installazioni artistiche di designer di fama internazionale che hanno messo la luce al centro delle loro opere d’arte. Luce, visibile in tutta la Grande Mela, anche a chilometri di distanza.

Decisamente, lo spettacolo di luci più abbagliante d’America.

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Fabi, Silvestri  e Gazzè di nuovo insieme al Circo Massimo

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AGI – A dieci anni esatti da quello che è stato uno tra gli incontri artistici più rappresentativi della musica italiana, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè tornano insieme per un anniversario speciale: i 10 anni de ‘Il Padrone della Festa’. L’album inciso a sei mani con uno spirito di vera amicizia e condivisione verrà festeggiato il prossimo 6 luglio al Circo Massimo di Roma con una data unica e irripetibile.

Correva l’anno 2014 quando Niccolò, Daniele e Max, dopo un viaggio in Sud Sudan, decisero di lavorare ad un disco collettivo, mettendo al centro il desiderio di scrivere delle canzoni insieme e dimostrando che, nonostante anni di carriere singole, è possibile mettersi a disposizione dell’altro a favore dell’arte, allontanandosi da mere logiche di mercato.

La loro storia comune è iniziata a Roma nei primi anni ’90, quando ognuno dei tre si impegnava a muovere i primi passi nella musica. Un momento durante il quale a Roma si delineava il profilo di una scena musicale complice e affiatata, nella quale non era difficile che voci, parole, strumenti, affinità e divergenze musicali si incrociassero su un unico palco, dando anche vita ad amicizie destinate a durare nel tempo. 

 Esattamente lo spirito con il quale è nato “Il padrone della festa”, lo stesso spirito con cui oggi i tre cantautori tornano insieme sul palco per un appuntamento unico, che il 6 luglio al Circo Massimo li vedrà ripercorrere live, per la prima volta dopo 10 anni, il loro primo e unico album insieme, certificato doppio platino e parte di un percorso che li aveva impegnati per quasi due anni in un tour europeo, una grande tournèe nei principali palasport italiani e due memorabili eventi live, all’Arena di Verona e a Rock in Roma. E in questa atmosfera di festa i tre artisti saranno in ottima compagnia, con loro musicisti e amici con cui da sempre condividono palchi. La città è la loro, Roma, che in questo caso unisce tutta l’Italia, e la location è tra le più simboliche, il Circo Massimo.

In scaletta tutti i brani de ‘Il Padrone della Festa’, un disco quanto mai attuale per i temi affrontati, che ha messo al centro, partendo dal titolo, una riflessione profonda sulla crisi ambientale e climatica e sulla fragilità del pianeta che ci ospita. Un progetto incredibilmente prezioso per quello che rappresenta, testimonianza indelebile di una scuola che è patrimonio della musica italiana. Ma non mancheranno, come 10 anni fa, le incursioni dell’uno nei pezzi degli altri – anche in quelli che nel frattempo si sono aggiunti in questi 10 anni intensi e prolifici per tutti e 3 i protagonisti – così da poter rivivere un’altra notte da vera e propria band.

Un omaggio a un modo di affrontare la musica, la canzone, la scrittura, fatto di cuore e cervello, di pancia e mente, di politica sociale e divertimento, in un grande flusso, che porterà chi ascolta a sentirsi al centro di queste canzoni senza tempo. Le radici ora tornano ad intrecciarsi per questo anniversario unico e speciale.

“Questo concerto arricchisce una scena musicale romana che noi stiamo cercando di rendere sempre più attraente e di qualità. Siamo particolarmente contenti perchè sono tre artisti romani, tre artisti di punta di una generazione che rappresentano la colonna sonora di tanti anni. Tre artisti romani così amati dal pubblico che suonano insieme al Circo Massimo è una gran bella cosa. Ora vedo che i musicisti iniziano a suonare insieme ed è una cosa molto stimolante e bella: secondo m un concerto di tre artisti è meglio della somma di tre concerti”. Lo dice il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, presentando in Sala delle Bandiere in Campidoglio il concerto di Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè che tornano insieme per celebrare i 10 anni dall’uscita di “Il padrone della festa”, album inciso a sei mani con uno spirito di vera amicizia e condivisione, in un concerto unico il prossimo 6 luglio al Circo Massimo di Roma che aggiunge “sono contento che questa reunion avvenga per un disco che ha avuto un grande successo che è nato dopo un viaggio in Africa”.

La storia comune di Niccolò, Daniele e Max è iniziata a Roma nei primi anni ’90, quando i tre artisti muovevano i primi passi nella musica. Un momento durante il quale a Roma si delineava il profilo di una scena musicale in grande fermento nella quale non era difficile che voci, parole, strumenti, affinità e divergenze musicali si incrociassero su un unico palco, dando anche vita ad amicizie destinate a durare nel tempo.

Esattamente lo spirito con il quale è nato ‘Il padrone della festà, lo stesso spirito con cui a luglio i tre cantautori tornano insieme sul palco del Circo Massimo per riproporre live, per la prima volta dopo 10 anni, il loro primo e unico album insieme, certificato doppio platino e parte di un percorso che li aveva impegnati per quasi due anni in un tour europeo, una grande tournèe nei principali palasport italiani e due memorabili eventi live, all’Arena di Verona e a Rock in Roma. 

Le prevendite del concerto-evento (prodotto da Francesco Barbaro per OTR Live e organizzato da The Base) sono disponibili dalle ore 11.00 di domani, martedì 28 novembre, su ticketone e in tutti i punti vendita abituali. 

 

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Cultura

Da domani Napoli capitale mondiale della cultura

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AGI – Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il vice ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, il direttore aggiunto dell’Unesco Ernesto Ottone Ramirez, e il sindaco Gaetano Manfredi apriranno domani Palazzo Reale di Napoli, i lavori della Conferenza Unesco “Cultural Heritage in the 21st Century”.

Voluta dal vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e da Sangiuliano, e organizzata da Maeci e MiC, con il contributo del Comune di Napoli, la Conferenza Unesco, che verrà inaugurata da un messaggio di saluto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, riunirà rappresentanti ed esperti degli Stati membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

“Per tre giorni – dice Sangiuliano – Napoli sarà la capitale mondiale della cultura, dove si discuterà di tutela del patrimonio culturale immateriale con 200 delegazioni provenienti da tutto il mondo. La città, sintesi mirabile delle molte civiltà fiorite nel Mediterraneo, sarà un palcoscenico di eccellenza per un’iniziativa che vedrà confrontarsi le massime autorità culturali internazionali su temi di estrema attualità: a Palazzo Reale avranno luogo incontri e seminari sulla tutela del patrimonio culturale nei conflitti e nelle aree di crisi, sul contrasto al traffico illegali di beni culturali, sulle sfide poste dal cambiamento climatico alla salvaguardia delle diversità culturali, sulla sostenibilità del turismo e del suo impatto sui territori di riferimento. Napoli e l’Italia vedranno così riconosciuto il proprio ruolo di guida nell’ambito della cultura”.

Durante la Conferenza è previsto anche un focus sulla tutela e sulla più ampia valorizzazione del Patrimonio degli Stati extra-europei, soprattutto dell’Africa. L’evento mercoledì pomeriggio sarà chiuso con l’adozione di una “Call of Action”, un documento programmatico contenente una lista di raccomandazioni e buone pratiche rivolta agli Stati membri dell’Unesco per una più efficiente tutela del patrimonio, elaborato sulla base delle proposte degli esperti riuniti da domani a Palazzo Reale. 

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Cultura

I capolavori del Guercino tornano fruibili a Cento 

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AGI – Riapre la Civica Pinacoteca il Guercino di Cento (Ferrara), che torna ad aprire le sue porte al pubblico. Uno spazio di importanza e valore universale, vista la presenza della più grande collezione di opere di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino. Un museo che venne gravemente colpito dal sisma del 2012. 

Concluso il cantiere, durato circa due anni, oggi il taglio del nastro ufficiale con il presidente della Regione e Commissario alla ricostruzione post sisma, Stefano Bonaccini, il sindaco di Cento, Edoardo Accorsi, e l’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori. Inoltre, fino a domani, domenica 26 novembre, sono in programma eventi, incontri, mostre, rievocazioni storiche e laboratori per celebrare il ritorno a casa delle opere del grande artista barocco.

I lavori, affidati dal Comune allo studio bolognese Open Project, sono stati effettuati grazie a un finanziamento di 2milioni e 955mila euro della programmazione regionale, attraverso la struttura commissariale, e uno ministeriale di 989mila euro ottenuto tramite il Fondo Cultura 2021 che ha permesso di realizzare l’allestimento museale e la nuova immagine del museo.

 “Siamo estremamente orgogliosi di riconsegnare alla comunità centese e a tutto il Paese un luogo simbolo della cultura, un rinnovato centro espositivo internazionale più sicuro ma soprattutto più funzionale di prima”,  commentano il presidente Bonaccini e l’assessore Felicori, intervenuti all’ inaugurazione.

“È stato centrato l’obiettivo di farne un museo più moderno, un luogo dove è possibile ammirare collezioni importanti, come in questo caso, ma che è qualcosa di più di una raccolta: è una macchina comunicativa, il luogo di esperienze gratificanti di apprendimento, uno spazio dell’emozione oltre che della conservazione. Con l‘incredibile concentrazione di opere del Guercino presenti sul suo territorio, Cento e la sua Pinacoteca si candidano a diventare il centro magnetico di attrazione di quel ‘sistema regionale Guercino’ che la Regione intende promuovere e sostenere”.

Negli spazi rinnovati si potranno ammirare 16 pale d’altare e quadri, 20 affreschi staccati e 11 disegni del Guercino, insieme a tante altre opere dei suoi allievi e seguaci (prevalentemente centesi e in buona parte imparentati col pittore) e di artisti di pregio come Scarsellino, Guido Reni, Ludovico Carracci, Matteo Loves, ritornati dopo essere stati custoditi nel centro di raccolta di Sassuolo (Mo).

La pinacoteca possiede la concentrazione maggiore al mondo delle opere dell’artista seicentesco, tra cui capolavori come La cattedra di San Pietro, Cristo risorto appare alla Madre, La Madonna con Bambino benedicente, e anche grazie ai prestiti di due importanti realtà come la Fondazione Cassa di Risparmio di Cento (nove opere, tra cui il primo affresco realizzato dal giovane Guercino, che raffigura la Madonna di Reggio, ovvero la Madonna della Ghiara) e Credem Banca (sei opere, tra cui il Matrimonio mistico di Santa Caterina, capolavoro giovanile del pittore centese).

Il percorso scientifico ed espositivo è studiato sui due livelli dell’edificio: al piano terra, con un criterio cronologico, si ricostruisce il tessuto storico e culturale della città in base alle opere qualitativamente più rilevanti del territorio. Il primo piano è invece dedicato interamente a Guercino e alla sua scuola, comprese le due ultime sale dedicate alla pittura di genere e al ritratto nel quale sono presenti significativi esempi della bottega.

Gli interventi

I principali interventi strutturali hanno riguardato il ripristino e il consolidamento dei danni da sisma a livello globale e locale e un generale miglioramento sismico della struttura. Questo con il rinforzo e consolidamento del tetto, delle murature, dei pilastri interni e del portico, dei solai, dei cornicioni lesionati e il rifacimento delle finiture.Realizzati interventi di abbattimento delle barriere architettoniche dell’intero complesso, con l’obiettivo di rendere l’edificio completamente accessibile e adeguato alle esigenze attuali sia normative che di allestimento.

Sono state infine riprogettate tutte le dotazioni impiantistiche per raggiungere il miglior efficientamento energetico possibile ed è stata incrementata la compartimentazione antincendio, in accordo con la funzione museale del complesso.

La storia dell’edificio

La Civica Pinacoteca Il Guercino sorge nel centro storico di Cento, a pochi passi dalla piazza principale e nel 2012, a seguito del sisma dell’Emilia, risulta uno degli edifici storici più colpiti e lesionati. La pinacoteca si è costituita nel 1839 all’interno del Palazzo del Monte di Pietà.

Qui furono riunite numerose opere d’arte provenienti da vari edifici di culto soppressi in età napoleonica. Nei decenni successivi, a quel primo nucleo si aggiunsero altre opere provenienti da acquisizioni effettuate dal Comune, da depositi di privati e da pubbliche istituzioni.Negli anni Quaranta furono ampliati gli spazi espositivi; Carlo Ludovico Ragghianti procedette a una schedatura finalizzata all’aggiornamento attributivo dei dipinti in base alle indicazioni della coeva storiografia artistica.

Risale a quel periodo l’ingresso in museo di una parte degli affreschi staccati e trasportati su tela di casa Pannini, eseguiti dal Guercino e da aiuti della sua bottega fra il 1615 e il 1617, dono della famiglia bolognese Rosselli Del Turco che ne era entrata in possesso per vicende ereditarie.

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Cultura

Eleonora Giorgi rivela: “Ho un tumore al pancreas”

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AGI – “Mi hanno diagnosticato un tumore al pancreas”. Lo ha rivelato Eleonora Giorgi in diretta da Myrta Merlino, nello studio di Pomeriggio Cinque, su Canale 5. “La mia famiglia, a parte le persone più care, è il mio pubblico: ho bisogno di voi, del vostro amore”, ha detto l’attrice.

“Ora inizierò un cammino che condividerò con tante altre persone: chemio, operarsi e poi… il ritorno”. “Ma non dobbiamo vergognarci di essere malati!“. “Tornerò qui, Myrta, con la parrucchetta!”, ha concluso con un sorriso Eleonora Giorgi.

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